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Gli scavi israeliani      
L'archeologo palestinese, dott. Yusef Al Natsha ha invece affermato il fallimento di tutti gli 
scavi compiuti dagli israeliani alla ricerca del cosiddetto tempio di Salomone distrutto 
dall'imperatore romano Tito nel 70 d. Cristo. L'esperto palestinese afferma che storicamente
 tutta la zona nei dintorni della moschea di Alaqsa e fino all`arrivo del Califfo Omar 
(637 d.C.) fu una zona abbandonata a se stessa, infatti lo stesso Califfo fu il primo a dare
 l'ordine per metterla in ordine. Inoltre i tentativi israeliani hanno portato fino adesso alla 
scoperta di reperti arabi yebusiti,arabo islamici e arabo cristiani.
I lavori illegali degli scavi israeliani a Gerusalemme hanno messo l'intero mondo in stato di
 preoccupazione, infatti nel 1972 e nel 1987 l'Onu, tramite l'Unesco, ha lanciato l'appello a 
livello mondiale per la salvaguardia  dei beni culturali della città santa, questo è avvenuto 
soprattutto dopo l'intensificazione delle ricerche israeliane del suddetto tempio di Salomone,
 lo scopo principale di queste lavori è quello di insabbiare le origini storiche arabe della
 città.       
Prima della costituzione dello stato israeliano in Palestina, il carattere dominante nella città era sempre quello arabo che continua fino ad oggi, infatti gli archeologi hanno affermato scientificamente che i più importanti due cento siti (capi lavori nell'arte e nell'archeologia) appartengono agli Omayyadi, ai Mammaluchi ed agli Ottomani.
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